Sottoterra e sopra

La mela di Pistoletto

 

In un profondo recesso nei sotterranei delle Terme di Caracalla, che non avremmo mai visto non fosse stato per questa occasione, eccolo, questo masso di statuario di Carrara, non monolitico, come ci avevano fatto credere nella presentazione, ma assemblato in pezzi.

Che va bene lo stesso, intendiamoci, anche se qualunque forma scolpita in un unico blocco fa più effetto. Ancora di più se è molto grande (due metri e mezzo di diametro).

Il contrasto fra il mattone dei muri rosicchiato dai millenni, e il purissimo marmo bianco è di gran scena.

La mela è morsa e poi ricucita. Da Eva? “…partendo dal morso che rappresenta il distacco del genere umano dalla natura, la Mela Reintegrata rappresenta l’entrata in una nuova era nella quale mondo artificiale e mondo naturale si ricongiungono producendo un nuovo equilibrio planetario”. Pistoletto dixit.

Fumo superfluo, perché la mela è comunque bella per come è e per dove è stata piazzata, e non ha bisogno di aria fritta di supporto.


Noncuranza

 

San Crisogono a Trastevere è una grande chiesa arcaica e anche barocca, nei cui sotterranei si sgomitola tutto un groviglio di scale e scalette, sale e salette, muri di precedenti chiese con affreschi mezzo sbiaditi e polverosi mosaici romani, frammenti di colonne e sarcofagi vuoti.

Tranne questo. Ci saranno dentro omeri e femori di almeno una dozzina di chissà quali morti. Proprio così: un mucchietto d’ossa buttate lì come in un bidone della spazzatura.

Fa un certo effetto, ma forse dovremmo prenderlo come un segno dell’insignificanza della vita nei tempi lunghi. E del fatto che prima o poi diventiamo tutti polvere (anzi, immondezza).


Perseverare diabolicum

 

Da non credere: si sono decisi a fare i lavori a Piazza Venezia, e stanno rimettendo i sampietrini! Qualunque assessore, anche il più ignorante dovrebbe sapere che i sampietrini vanno bene per i pedoni, qualche bicicletta e due carrozzelle. Non certo per il passaggio di centinaia di pesantissimi autobus ogni giorno.

Invece, come se niente fosse, stanno rimettendo i sanpietrini a Piazza Venezia! Roba da matti. O da scemi.

Fra l’altro, poco tempo fa aveva subito lo stesso costoso restyling Via Nazionale, altro percorso di moltissime linee di trasporto pubblico. Diventata quasi subito una pista da motocross con salti e fosse enormi. In questo caso, a onor del vero, bisogna ammettere che l’assessore (lo stesso?) è intervenuto con determinazione e ha risolto il problema: a ogni incrocio sono stati innalzati paletti nuovi fiammanti con il limite di velocità a 30 e la scritta “Strada dissestata”. Questa si chiama efficienza.

Inutile, tanto non lo capiscono. Il sanpietrino è una specie protetta e non si tocca. E siccome è un fatto artigianale, la sua messa in opera segue ritmi umani e non industriali. Una totale contraddizione perché invece una strada di forte percorrenza è un fatto industriale e non umano. Mah.

Ore 12, mentre il traffico impazzisce, fatichiamo a sentire, per il frastuono, l’operoso martellare degli unici due selciatori al lavoro. Eccoli qua: la circolazione è strozzata in un imbuto infernale, mezza città è rallentata, e loro due, tranquilli, con il loro mazzuolo levigano un cubetto di porfido dopo l’altro per poi sistemarli uno a uno sul loro letto di sabbia, come cent’anni fa, in attesa che, una volta riaperto il transito, il primo 64 barrato da 20 tonnellate li faccia infossare per bene, proprio come erano prima dei lavori.

Come definire questo perseverare nel più cretino degli errori se non diabolicum?

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Commenti: 1
  • #1

    ezeppegno@alice.it (martedì, 28 giugno 2016 10:06)

    Caro Stefano: come hai ragione! Possibile che chi decide queste cose a Roma sia sempre un cretino? L'altro giorno sono passato in scooter da via 4 Novembre e per un pelo non sono stato sbalzato via dagli avvallamenti. E andavo a passo d'uomo. Ett