Un diamante è per sempre

 

Bulgari

 

A sentire le ragazze, pare che sia davvero una sensazione paradisiaca che, anche se solo per un momento, ti rende più bella la vita. Non sappiamo se rende più bella la vita, la faccia, di sicuro sì. Basta guardare queste foto: dallo stupore all’estasi.

Ogni mese la Maison Bulgari invita alcuni amici nel suo museo, due sale al primo piano di Via Condotti, sopra il negozio.

Ci sono gioielli di straordinario splendore, da sempre di proprietà della ditta o magari ricomprati in aste intorno al mondo, oppure dati in prestito da collezionisti o clienti (Elizabeth Taylor, tanto per fare un esempio), e naturalmente non in vendita. 

Caterina Riccardi, curatrice del museo, racconta la storia straordinaria della famiglia Bulgari, che sembra uscita da un libro di favole per bambini (o anche per adulti affascinati).

Poi la fiaba diventa realtà perché, alla fine del racconto e prima di passare alle tartine con champagne, le collane escono per qualche minuto dalle bacheche blindate e vanno a posarsi, per un emozionante giro di prova, al collo di alcune delle signore presenti: quelle che riescono a vincere l’inevitabile soggezione che gioielli di quella portata provocano. 

E che sono, come dicevamo, pronte a vivere questo sorprendente momento di estasi.



Il Signor Millepiedi (Monsieur Millepied)

 

2 febbraio, ore 11.30. L’Ambasciata di Francia a Palazzo Farnese si apre a noi comuni mortali per la presentazione di Equilibrio Festival 2018. Controlli elettronici ed esibizione di documenti all’ingresso, poi si entra in questo pomposo ma bellissimo edificio, monumento alla megalomania familiare di Papa Paolo III Farnese (quello che indisse il Concilio di Trento, fonte di molte importanti restrizioni nella storia della Chiesa, fra cui l’obbligo di mutandoni sui nudi di Michelangelo nella Cappella Sistina).

In uno dei magnifici saloni ci viene esposto il programma del Festival dal señor Josè Dosal, AD del Parco della Musica, di cui abbiamo spesso sottolineato l’eloquio spagnoleggiante, a volte sgrammaticato ma sempre divertente, anzi magniloquente, seguito da Roger Salas, direttore artistico del festival, anche lui spagnolo, anche lui sgrammaticato, ma molto meno divertente, anzi, diremmo proprio noioso, con tutti i suoi mmm, mah, eh… che certo non contribuiscono alla leggerezza del parlare.

Un sorriso malignetto serpeggia fra il pubblico quando el señor Salas, dopo aver farfugliato qualcosa nella lingua dei padroni di casa, si scusa per la sua cattiva “pronunciazione fransesa”.

Il programma è interessante, gli artisti di livello, i nomi sono quelli giusti: bisogna proprio andare agli spettacoli. A questo punto ci sentiamo obbligati a segnalare, pescandola nella lista degli eventi, una produzione presentata dal Ballet de l’Opera de Lyon.

Si intitola “Sarabande”. Autore ne è il coreografo francese oggi più quotato sulla scena internazionale, Benjamin Millepied.

E adesso eccola che ci scappa, spontanea e inevitabile anche se forse irrispettosa, la domanda: è possibile rimanere seri di fronte a un ballerino con un nome come questo?

Pensiamo proprio di no. 

 

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