N° 588 - Microbiografie Ristrette Estate - Paul Hindemith

Paul Hindemith, personaggio discusso per la sua musica d’avanguardia e anche per il suo rapporto con il regime nazista, dal quale ebbe qualche onore, qualche condanna e un non richiesto spintone a occuparsi della situazione musicale della Turchia.

Impara da solo e molto giovane a suonare il violino. I genitori non sono d’accordo sulla sua scelta di studiare musica, ma Paul se ne infischia; frequenta il Conservatorio di Francoforte e intanto sbarca il lunario suonando in complessi da ballo. Presto diventa direttore d’orchestra del Teatro dell’Opera.

Suona in concerto la viola d’amore, uno strumento medievale e barocco che tutti considerano ormai estinto e del quale lui è virtuoso. Si sbizzarrisce anche in composizioni per strumenti particolari e addirittura scrive per le voci cercando effetti per niente ortodossi (nel suo “Cardillac” il coro imita una folla urlante).

F. T. Marinetti, sobrio come sempre, lo incorona “Esponente del macchinismo futurista”.

In Germania c’è il Nazismo e, anche se Goebbels ammette che “Hindemith è senza dubbio uno dei più importanti talenti della giovane generazione di compositori” la sua musica, considerata degenerata, da un certo momento in poi è vietata.

Lui galleggia nel compromesso: un po’ accetta le imposizioni, un po’ frequenta colleghi di sinistra; a un certo punto firma un giuramento di fedeltà a Hitler, ma rimane marito di un’ebrea.

Nel 1934 scoppia lo scandalo Hindemith, quando il direttore d’orchestra Furtwaengler propone di presentare in prima assoluta la sua opera “Mathis der Mahler”. Goering proibisce l’esecuzione; Furtwaengler minaccia le dimissioni. Niente da fare: il potere fa fuori l’arte.

Anzi, Hindemith è “consigliato” da Goebbels a chiedere un congedo illimitato e accettare l’invito del governo turco per fondare una scuola di musica a Istanbul.

 

Fine della sua carriera in Germania. Nel 1940, invece che in Turchia, emigra negli USA. Nel ’53 è in Svizzera. Qui riprende l’attività di direttore d’orchestra e finalmente ritorna a Francoforte, dove tutto era cominciato e dove muore nel 1963.

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