N° 633 - Microbiografie Irrispettose - Franz Lehar 1870 - 1948

“Se la mia ”Vedova Allegra” era l’operetta preferita di Hitler, non è certo colpa mia”.

Una dichiarazione abbastanza sorprendente, ma che in un certo senso compendia il bello e il brutto della vita di Franz Lehar, il secondo più famoso autore di operette al mondo, naturalmente dopo Strauss.

Franz nasce, ed è un buon inizio, figlio di un direttore di banda militare. Naturalmente precoce, studia al conservatorio di Praga, debutta come violinista nell’orchestra sinfonica di Elberfeld, ma poi prosegue prima nel ruolo di assistente di papà nella banda del 50° Fanteria, poi come direttore di quella del 25° reggimento di Losoncz (il più giovane direttore di banda dell’Impero Austroungarico), per finire a capo della banda della Marina di Pola dove si butta anche a scrivere arrangiamenti per ottoni di brani classici e canzoni popolari.

Ma non è tutto: nel 1898 va a dirigere la banda navale di Trieste e la sua carriera militare culmina sostituendo il padre alla direzione della banda dell’87° reggimento a Budapest.

 

A questo punto basta con le bande perché finalmente, in occasione del gran ballo mascherato organizzato dalla principessa di Metternich, l’evento più mondano della stagione, eseguono il suo valzer “Oro e Argento” che decolla come un missile, diventa in una serata famoso in tutto il mondo e lo lancia nell’olimpo dei compositori arrivati.

Il top arriva nel 1905 con “La Vedova Allegra” che debutta con enorme successo al Theater an der Wien (quattrocento rappresentazioni di fila e una testimonianza di Alma Mahler che nel suo diario racconta: “Una sera sono andata con mio marito Gustav a vedere l’operetta; ci siamo molto divertiti e poi a casa abbiamo ballato, per così dire a memoria, il valzer di Lehar”) e lo rende famosissimo e ricco in un batter d’occhio.

Il denaro guadagnato rapidamente, come spesso succede agli artisti, lui lo investe in azzardate operazioni finanziarie alla borsa di Vienna e lo perde con altrettanta velocità.

Però Lehar, artista sì, ma non scemo, impara la lezione e in poco tempo, grazie a una quantità di altre composizioni di successo e a investimenti più saggi, ridiventa ricco, anzi ricchissimo, anzi uno degli uomini più ricchi di Vienna. Si compra un castello e una villa, e apre anche una sua casa editrice musicale.

Una curiosità a proposito delle sue operette: ognuna la dedica a un paese del mondo: “Paganini” naturalmente all’Italia; “Amore di Zingaro” all’Ungheria; “La Vedova Allegra” al Montenegro; “Frasquita” alla Spagna; “Fredericke” alla Germania; “Lo Tsarevich” alla Russia; “Il Paese del Sorriso” alla Cina.

Franz è alto un metro e sessantacinque, ha gli occhi azzurri e i capelli biondi. Parla e scrive il tedesco, l’ungherese, e il boemo. Poi, quando va a Pola, impara anche l’italiano e diventa amico di Puccini.

Nel ’21 sposa una signora ebrea, e da lì a qualche anno questo diventerà un problema, ma per Lehàr, non così grave, come vedremo, come lo sarà per altri cittadini del Reich.

 

Infatti, arrivato il nazismo, non scappa all’estero come fanno tanti altri: lui rimane a Vienna. Anche se rifiuta di entrare in politica riesce ad avere la costante protezione di Hitler che, fin dall’inizio dichiara la Vedova Allegra superiore a qualsiasi altra opera. La promuove, la sostiene, la fa rappresentare e questo naturalmente fa molto bene alle finanze e anche alla incolumità di Franz.

 Addirittura (forse sempre grazie alla Vedova Allegra) sua moglie viene tutelata come Ehrenarierin (ariana onoraria per matrimonio) e salva la pelle.

Nel 1943 a Monaco, Hitler organizza una rappresentazione della Vedova per alcuni amici e Lehar gli regala per l’occasione una copia firmata del programma della prima rappresentazione del 1906, su cui appare una foto del tenore Treumann, all’epoca protagonista nella parte di Danilo.

Gasato, guarda caso, pochi giorni prima nel campo di sterminio nazista di Theresienstadt.

 

Questa associazione con il dittatore è rimasta come un’ombra sul nostro compositore che era, sì apolitico, sobrio, dal basso profilo, ma certo qualche vantaggio ne ha avuto.

Ma chi potrebbe dargli torto per aver cercato di arrangiarsi in un periodo come quello?

 

 

 

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Commenti: 1
  • #1

    VITO PATERNOSTER (sabato, 25 gennaio 2025 20:56)

    Stupendo!