
Famiglia poverissima di Brno; Leos riceve dal padre, maestro elementare, i primi rudimenti di musica. Si diploma in magistero a diciott’anni e solo dopo (per una volta tanto non abbiamo un bambino prodigio) affronta la musica alla Scuola d’Organo di Praga. E’ talmente squattrinato che non si può permettere un pianoforte, neanche in affitto e allora per esercitare le dita si costruisce una finta tastiera di cartone con i tasti bianchi e neri disegnati.
Conosce Dvorak che lo introduce alla vita culturale di Praga, animata da un gruppo di esagitati che sostengono l’ideale di una cultura nazionale e antiaustriaca. Janacek nazionalista lo è già; con loro lo diventa ancora di più e lo rimarrà per tutta la vita.
La sua disastrosa situazione economica lo costringe a mollare Praga, troppo cara, e a rientrare a Brno dove sbarca il lunario dirigendo cori e insegnando pianoforte all’istituto magistrale. Per un breve periodo si sposta a Lipsia e a Vienna e qui studia composizione e direzione d’orchestra. Di nuovo a Brno, fonda e dirige la scuola di organo e composizione e finalmente riesce a dedicarsi a un argomento che lo appassiona: la ricerca sistematica sul folklore moravo, che stuzzica l’attenzione dell’ambiente culturale più della sua attività di compositore.
Infatti, quando nel 1891 viene rappresentato il suo balletto “Rakos Racoczy” la critica vede in lui “un’autorità in fatto di canto popolare come ricercatore e studioso, ma quanto a composizione e teorie musicali, un innovatore troppo eccentrico”.
Poi, ormai avanti con gli anni, comincia a ricevere qualche attenzione dal mondo. Si eseguono le sue opere nelle sale da concerto, è nominato professore del conservatorio di Praga, ottiene ordinazioni dalle autorità ceche che riconoscono in lui il compositore più rappresentativo della nazione e un suo viaggio a Londra gli porta onori e notorietà internazionale. E’ la consacrazione e l’accesso ai grandi teatri d’opera europei.
La vita professionale di Janacek è faticosa e travagliata; il successo arriva tardi e soprattutto è provinciale, mentre lui aspira ad essere accolto dagli ambienti di Praga che continuano a lungo a rifiutarlo. Questo lo spinge a distruggere alcune sue composizioni e a lasciarne altre incomplete e soprattutto lo fa sentire spesso a corto di autostima.
Ma anche il suo privato non è un gran che; anzi, bisogna dire che nei rapporti sentimentali Leos è un vero pasticcione.
Sposa, troppo giovane e troppo povero, quella che rimarrà per tutta la vita la sua tormentosa e tormentata moglie, l’allieva Zdenka, con la quale ha due figli che muoiono bambini aumentando la cupezza di una vita di miseria e frustrazioni.
Come spesso succede a quelli che hanno cominciato in miseria, appena arrivano i primi quattrini Leos pensa di potersi permettere tutto. A Praga, si tuffa in una relazione segreta con la cantante Gabriela Horvatova. Naturalmente, da quel pasticcione che abbiamo detto che è, appena passa a salutare la moglie a Brno si fa scoprire provocando un terremoto in famiglia, accompagnato da un tentativo di suicidio della povera Zdenka. Gabriela cerca di convincerlo a divorziare per tenerselo tutto per sé ma non ci riesce. Anzi, i due coniugi di lungo corso decidono di continuare a vivere sotto lo stesso tetto da separati in casa e così andranno avanti fino alla morte di Leos, il quale nel frattempo perde interesse per Gabriela, che esce dal quadro.
Ma non è finita, perché il ragazzaccio dà il via a un nuovo furioso e ossessivo amore soprattutto epistolare con Kamila Stosslova, una signora sposata, di trentotto anni più giovane (settecentotrenta lettere di lui a lei, e non sappiamo quante di lei in risposta, perché qualcuno le distrugge dopo la morte di questo suo amante-stalker). Furibonda reazione di Zdenka, che ne ha intercettata una. Certo che quest’uomo deve possedere una grande capacità di persuasione perché malgrado tutto lei, la moglie tradita, si lascia convincere a continuare la convivenza.
Nell’agosto del ’38 in un’escursione in montagna si becca un raffreddore che diventa polmonite e se lo porta via in pochi giorni. Funerale sontuoso, con Zdenka, sempre in carica dopo tanti anni, ormai come vedova ufficiale, e sepoltura nel cimitero maggiore di Brno
Insomma un vero pasticcio di vita: faticosa, scomoda, poco felice e apparentemente senza uno spiraglio di leggerezza. Povero Leos e anche povera Zdenka.
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